martedì 9 febbraio 2016

Tutto in uno sguardo

“Ci vuole una vita per fare una fotografia e coltivare uno sguardo. L’occhio deve capire cosa sta cercando” scrive il fotografo Steve McCurry indicando il senso profondo della street photography. E forse è per questo che lo sguardo di Giovanni Umicini si è disvelato solo a sessantanni con la sua prima mostra. Umicini è un uomo di immagini, è un uomo essenziale e le sue fotografie sono esattamente come lui. In questa intensa e sincopata conversazione si disegna la sua ‘immagine’ del mondo e la sua scelta di mettere l’uomo al centro di “quel palcoscenico che è la vita”.


Donatella Gasperi, giornalista, da trentanni si occupa di cronaca sociale, economica e politica, in particolare di immigrazione e ambiente. Ha collaborato con varie testate (Il Gazzettino, Il Sole 24 Ore, Corriere del Veneto, Cittadini dappertutto, Ecopolis) e curato numerosi uffici stampa tra cui quelli di Apindustria, Parco solidale e Comune di Padova. Attualmente scrive di immigrazione sul blog www.ilgiardinodellearance.it in collaborazione con il CSV di Padova.


giovedì 17 dicembre 2015

Workshop "Street Photography" A Padova

Il corso è aperto a tutti sia principianti che esperti e con qualsiasi apparecchio fotografico

È un corso intensivo nel quale vengono suggeriti, attraverso la storia della Street Photography e la conoscenza dei grandi fotografi che l'hanno fatta, nuovi stimoli. Pone l'attenzione a quello che si fotografa imparando a essere più selettivi, si avrà modo di individuare più chiaramente il proprio percorso fotografico, per chi è alla ricerca di uno stile personale in fotografia.

Questo corso vi farà appassionare ancora di più a questa bellissima arte quale è la Fotografia


Il corso sarà così strutturato:
Venerdì 12 febbraio, dalle 21.00 alle 23.00
Sabato 13 febbraio, dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00
Domenica 14 febbraio, dalle 9,00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 17.00

Per prenotazioni e per informazioni sul corso: info@mignon.it


Questi gli argomenti che verranno approfonditi:

Cos’è la Street Photography?
Per quanto indefinibile possa essere il genere bisogna comunque distinguerlo dalla fotografia documentaria e sociale poiché, se i risultati possono essere gli stessi, è l’approccio del fotografo a essere completamente diverso.
Sono molti i fotografi che hanno lasciato un segno su questa strada e bisogna distinguerli, fra inconsapevoli e consapevoli, di far parte di un certo modo di intendere la fotografia.

Mezzi operativi.
Descrizione degli apparecchi digitali e analogici e pellicole in base ai risultati che si desiderano ottenere.

Sistemi di ripresa e approccio.
In questo genere è importante conoscere alcune norme comportamentali e delle tecniche operative che permettano al fotografo di passare il più possibile inosservato.

Storia e origini della Street Photography.
Si può dire che il genere è nato con la fotografia ma che ha potuto esprimersi solo con l’avvento di apparecchi versatili ed emulsioni veloci.

Street Photography e diritto.
È opportuno essere al corrente delle leggi sui divieti a fotografare, soprattutto per non subire abusi di potere da chicchessia, contro il proprio diritto a esprimersi liberamente.

Multivisioni.
Visione di alcuni lavori multimediali a cura del gruppo Mignon.

Fotografie originali.
Come esempio di presentazione, scelta e cura dei materiali oltre che un discorso sul valore nel seguire tutte le fasi operative dalla ripresa alla camera oscura.

Documenti.
È importante dare un senso al proprio lavoro organizzandolo per essere proposto in mostre o libri.

Formazione perenne.
Qualunque siano i risultati non ci si deve mai ritenere arrivati. Tenersi sempre informati sulle novità, studiare sui testi, visitare le mostre, confrontarsi con gli altri, il bello non è arrivare, ma partire sempre!

Uscita.

Visione e discussione immagini dei partecipanti




MIGNON è un'associazione nata per realizzare un progetto fotografico finalizzato alla ricerca dell'uomo e del suo ambiente. Il successo di critica e l’interesse per le esposizioni del Gruppo hanno portato Mignon a occuparsi anche della promozione di manifestazioni, serate, incontri e mostre di altri fotografi. Sin dall’inizio il Gruppo ha sentito un profondo interesse nei confronti delle storiche testimonianze della fotografia con vocazione sociale: dal fondamentale lavoro realizzato dalla F.S.A. Farm Security Administration, all’ineguagliabile funzione ricoperta dalla Photo League nella crescita della cultura fotografica, fino alle migliori pagine del fotogiornalismo mondiale (LIFE e i fotografi di Magnum). Alcuni incontri con fotografi “umanisti” hanno contribuito a fornire gran vigore ed entusiasmo al progetto. Le frequentazioni con Giovanni Umicini e Walter Rosenblum hanno influenzato la poetica del Gruppo determinando un’attenzione particolare alla “Street Photography” e agli strumenti operativi da utilizzare: un bianconero essenziale, seguito dalla ripresa fino alla stampa finale. Attualmente il gruppo è diretto da Giampaolo Romagnosi, Ferdinando Fasolo, Fatima Abbadi, Giovanni Garbo e Davide Scapin.



e-mail: info@mignon.it
Web site: www.mignon.it
Face book: Libreria Zabarella: facebook.com/libreriazabarella

martedì 19 maggio 2015

TRE FOTOGRAFI MIGNON INVITATI ALLA FONDAZIONE MARCIANUM DI VENEZIA

Mostra fotografica "Reflective Landscape"

Chiostro del Palazzo del Seminario Patriarcale, Venezia
28 maggio / 21 luglio 2015

Inaugurazione Giovedì 28 maggio alle ore 18.00

presso l'Auditorium della Fondazione Marcianum - verrà inaugurata la mostra fotografica "Reflective Landscape" organizzata dal Marcianum in collaborazione con Confagricoltura Veneto e Università IUAV.


 Nel chiostro del Palazzo del Seminario Patriarcale verranno esposti - fino al 21 luglio prossimo - quarantotto scatti realizzati da otto fotografi che hanno immortalato alcuni agricoltori nel contesto nel quale operano quotidianamente e grazie ai quali il paesaggio Veneto si arricchisce di "bellezza".
La fase matura dell’industrializzazione ci ha a lungo assuefatti all’idea che la produzione di beni implichi inevitabilmente un consumo di risorse. Abbiamo vissuto come condizione accettabile il consumo di spazi liberi per la costruzione di fabbriche, prima, e di periferie industriali, poi; lo stesso abbiamo fatto con le colline erose dalle cave dei materiali da costruzione; abbiamo accettato che per produrre acciaio e materie chimiche si consumassero aria e acqua; che per produrre sempre maggiori quantità di cibo si consumasse la cultura e il paesaggio della tradizione.

Tutto questo è ora alle nostre spalle, nella consapevolezza, diffusa, che ciò che si consuma debba essere restituito.

Un concetto questo, intimamente legato all’agricoltura e alle sue tradizioni più antiche, che trova nei nuovi interpreti di quei mestieri, mai sostituiti dalla tecnologia, piuttosto rinnovati da pratiche e possibilità nuove, una sensibilità e una attenzione rivolta a rendere il lavoro motivo di arricchimento del paesaggio, del patrimonio comune e che merita di essere portato all’attenzione del pubblico. Reflective Landscape o, “visti da vicino”, secondo il titolo iniziale di questa esposizione, rintraccia e propone ritratti di agricoltori, di imprenditori che hanno fatto della loro attività un’occasione per arricchire di segni e di qualità la loro terra, offerta a coloro che hanno l’occasione di avvicinare le loro aziende e lasciata in eredità alle generazioni a venire. Lo hanno fatto disegnando con cura campi e coltivazioni, restaurando e conservando edifici storici, usando creatività e cultura per rinnovare paesaggi antichi e renderli ancora produttivi. Paesaggi così costruiti riflettono l’immagine dei loro costruttori; diventano occasione di riflessione per chi si trova ad attraversarli; sono l’immagine riflessa di una cultura della cura, nella produzione.
Legare l’opera e il suo autore in un’unica immagine ha, infine, il senza dell’affermazione della responsabilità che comporta ogni trasformazione; una responsabilità che sembra giusto attribuire ai singoli protagonisti delle immagini esposte,  perché l’esito della loro azione è parsa andare oltre il solo vantaggio individuale e alludere concretamente alla possibilità che esista e si possa costruire un patrimonio comune.

Reflective Landscape rintraccia e propone ritratti di agricoltori che hanno fatto della loro attività un’occasione per arricchire di segni e di qualità la loro terra. Si è pensato in fase realizzazione del progetto di dare a 8 fotografi l’opportunità di interpretare alcuni produttori veneti e il paesaggio da loro curato. Dall’incontro tra i fotografi, i soggetti da ritrarre e il contesto in cui essi operano, nasce l’idea di eseguire due scatti diametralmente opposti come in un riflesso. Cogliendo il soggetto di fronte e di spalle, e liberando il paesaggio da una rappresentazione fotografica vincolante, il produttore diventa il punto di snodo visivo attorno al quale ruota l’ambiente in cui egli/ella/essi operano. Questo curioso modo di fare un doppio ritratto, da noi fortemente raccomandato, e stimolato dall’allestimento nell’intercolunnio del chiostro della sede che ospita il Marcianum, ci ha permesso di determinare uno sguardo fotografico del tutto inedito. La richiesta dei curatori è stata estremamente complessa ma gli esiti di ogni singolo reportage sono decisamente straordinari. Come nel celebre quadro del Bronzino che ritrae il Nano Morgante “et in due modi, cioè da un lato del quadro il dinanzi e dall’altro il di dietro”, ecco che le fotografie realizzate per Reflective Lanscapes hanno la capacità di offrire più vedute di una stessa figura addentrandosi in una fitta maglia di interrelazioni. Ogni fotografo ha eseguito lo scatto secondo i propri canoni, le proprie inclinazioni e la propria cultura visiva in un panorama di esperienze che va al di là semplice ritratto. L’insolita richiesta di posare per un fotografo in una veduta non frontale del soggetto ha creato non poche perplessità. Allo stesso tempo l’immagine prodotta offre una magnifica gamma di atteggiamenti ed espressioni sul paesaggio veneto. I soggetti della fotografia contemplano, vivono e proteggono l’amata terra, il filare di alberi, la casa dei padri, l’architettura e il suo genius loci.

Leonardo Ciacci
Angelo Maggi
Sergio Belardinelli
I fotografi    http://www.marcianum.it/it/content/i-fotografi

La mostra REFLECTIVE LANDSCAPE nasce da un’idea di voler lasciare una traccia visiva dell’opera di alcuni produttori nel paesaggio veneto in occasione di EXPO 2015. Si è pensato di coinvolgere solo otto fotografiper un motivo ben preciso: lo spazio in cui viene presentata la mostra. Il colonnato del chiostro del Seminario Patriarcale ha ventotto intercolunni. Lasciando liberi quattro intercolunni per permetter al visitatore di muoversi liberamente, rimanevano solo ventiquattro spazi dove poter presentare otto trittici fotografici. Da qui la proposta ad otto fotografi che abbiamo selezionato in base al loro sguardo fotografico. Sono stati scelti fotografi ritrattisti, di paesaggio e persino street photographers aperti a contaminazioni di linguaggi visivi contemporanei. Le aziende e i produttori da fotografare sono quasi sempre stati assegnati su indicazione di Confagricoltura. L’unico vincolo imposto dai curatori è il ritratto “et in due modi”, veduta frontale e non frontale del soggetto. Qui di seguito le biografie dei fotografi da noi scelti:


FATIMA ABBADI
Nata ad Abu Dhabi nel 1978. Ritrattista e street photographer è una fotografa free lance Italo-Giordana Palestinese. Fa parte del gruppo Mignon dal 2008. Oltre alla grande passione per l'immagine fotografica, si occupa di studi sull'origine della storia della fotografia in Medio Oriente. Ha curato diversi libri fotografici tra cui Orientalismi Paralleli. Ha all’attivo diverse esposizioni personali/collettive in Italia e all'estero. Si ricorda il successo nel 2014 della sua recente mostra presso il Centro Culturale Candiani di Mestre. Selezionata per questo progetto per la sua originale capacità di produrre una fotografia priva di pregiudizi culturali e connotazioni stereotipate.

FERDINANDO FASOLO
Nasce nel 1960 e inizia a fotografare nel 1986. L’interesse per la multivisione lo porta a costituire insieme a Francesco Lopergolo Il Parallelo Multivisioni. Questa esperienza lo vede impegnato nell’organizzazione di vari eventi e concorsi nei quali riceve numerosi premi e riconoscimenti. Nel 1999 entra a far parte in maniera molto attiva del gruppo Mignon e conosce due persone che saranno fondamentali per la sua evoluzione fotografica: Giovanni Umicini e Walter Rosenblum. Riceve numerosi premi e riconoscimenti in Italia e all’estero. Si ricorda tra questi nel 2007 il primo premio per la fotografia al 27° Festival de l’Image Projetée di Chelles. Nel 2009 è documentarista fotografo di Follow the women, un’organizzazione femminile internazionale per la pace che in 20 giorni attraversa in bicicletta i territori in Medio Oriente colpiti da conflitti e miseria. Sue fotografie sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private. Selezionato per il suo talento straordinario nell’elevare immagini dalle geometrie ben composte in fotografie che hanno una forte connotazione sentimentale.


GIAMPAOLO ROMAGNOSI
Nato nel 1966 a Piove di Sacco (PD). Ideatore e fondatore del gruppo Mignon, fotografo, stampatore, docente ed esperto di editoria fotografica. La sua immensa passione per la fotografia si è trasformata in un’attenta e certosina voglia di conoscere tutti gli aspetti che riguardano la produzione fotografica, in particolare i rapporti tra immagine e testo. L’interesse per la veste editoriale e pubblicista della fotografia lo rendono un importante bibliofilo di fotolibri. Ha curato numerosi libri fotografici propri, del gruppo Mignon e di altri fotografi. Da anni si occupa di ricerche sul territorio veneto sia da un punto di vista paesaggistico che di restituzione visiva urbana attraverso il mezzo fotografico. Si ricorda il volume Re-Visioning Venice 1893-2013 dove il fotografo si è confrontato con la lettura ottocentesca di Ferdinando Ongania. Selezionato per il valore informativo del suo lavoro; scelto per il suo raro interesse culturale nei confronti della storiografia fotografica dalle origini al contemporaneo.