giovedì 17 dicembre 2015

Workshop "Street Photography" A Padova

Il corso è aperto a tutti sia principianti che esperti e con qualsiasi apparecchio fotografico

È un corso intensivo nel quale vengono suggeriti, attraverso la storia della Street Photography e la conoscenza dei grandi fotografi che l'hanno fatta, nuovi stimoli. Pone l'attenzione a quello che si fotografa imparando a essere più selettivi, si avrà modo di individuare più chiaramente il proprio percorso fotografico, per chi è alla ricerca di uno stile personale in fotografia.

Questo corso vi farà appassionare ancora di più a questa bellissima arte quale è la Fotografia


Il corso sarà così strutturato:
Venerdì 12 febbraio, dalle 21.00 alle 23.00
Sabato 13 febbraio, dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00
Domenica 14 febbraio, dalle 9,00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 17.00

Per prenotazioni e per informazioni sul corso: info@mignon.it


Questi gli argomenti che verranno approfonditi:

Cos’è la Street Photography?
Per quanto indefinibile possa essere il genere bisogna comunque distinguerlo dalla fotografia documentaria e sociale poiché, se i risultati possono essere gli stessi, è l’approccio del fotografo a essere completamente diverso.
Sono molti i fotografi che hanno lasciato un segno su questa strada e bisogna distinguerli, fra inconsapevoli e consapevoli, di far parte di un certo modo di intendere la fotografia.

Mezzi operativi.
Descrizione degli apparecchi digitali e analogici e pellicole in base ai risultati che si desiderano ottenere.

Sistemi di ripresa e approccio.
In questo genere è importante conoscere alcune norme comportamentali e delle tecniche operative che permettano al fotografo di passare il più possibile inosservato.

Storia e origini della Street Photography.
Si può dire che il genere è nato con la fotografia ma che ha potuto esprimersi solo con l’avvento di apparecchi versatili ed emulsioni veloci.

Street Photography e diritto.
È opportuno essere al corrente delle leggi sui divieti a fotografare, soprattutto per non subire abusi di potere da chicchessia, contro il proprio diritto a esprimersi liberamente.

Multivisioni.
Visione di alcuni lavori multimediali a cura del gruppo Mignon.

Fotografie originali.
Come esempio di presentazione, scelta e cura dei materiali oltre che un discorso sul valore nel seguire tutte le fasi operative dalla ripresa alla camera oscura.

Documenti.
È importante dare un senso al proprio lavoro organizzandolo per essere proposto in mostre o libri.

Formazione perenne.
Qualunque siano i risultati non ci si deve mai ritenere arrivati. Tenersi sempre informati sulle novità, studiare sui testi, visitare le mostre, confrontarsi con gli altri, il bello non è arrivare, ma partire sempre!

Uscita.

Visione e discussione immagini dei partecipanti




MIGNON è un'associazione nata per realizzare un progetto fotografico finalizzato alla ricerca dell'uomo e del suo ambiente. Il successo di critica e l’interesse per le esposizioni del Gruppo hanno portato Mignon a occuparsi anche della promozione di manifestazioni, serate, incontri e mostre di altri fotografi. Sin dall’inizio il Gruppo ha sentito un profondo interesse nei confronti delle storiche testimonianze della fotografia con vocazione sociale: dal fondamentale lavoro realizzato dalla F.S.A. Farm Security Administration, all’ineguagliabile funzione ricoperta dalla Photo League nella crescita della cultura fotografica, fino alle migliori pagine del fotogiornalismo mondiale (LIFE e i fotografi di Magnum). Alcuni incontri con fotografi “umanisti” hanno contribuito a fornire gran vigore ed entusiasmo al progetto. Le frequentazioni con Giovanni Umicini e Walter Rosenblum hanno influenzato la poetica del Gruppo determinando un’attenzione particolare alla “Street Photography” e agli strumenti operativi da utilizzare: un bianconero essenziale, seguito dalla ripresa fino alla stampa finale. Attualmente il gruppo è diretto da Giampaolo Romagnosi, Ferdinando Fasolo, Fatima Abbadi, Giovanni Garbo e Davide Scapin.



e-mail: info@mignon.it
Web site: www.mignon.it
Face book: Libreria Zabarella: facebook.com/libreriazabarella

martedì 19 maggio 2015

TRE FOTOGRAFI MIGNON INVITATI ALLA FONDAZIONE MARCIANUM DI VENEZIA

Mostra fotografica "Reflective Landscape"

Chiostro del Palazzo del Seminario Patriarcale, Venezia
28 maggio / 21 luglio 2015

Inaugurazione Giovedì 28 maggio alle ore 18.00

presso l'Auditorium della Fondazione Marcianum - verrà inaugurata la mostra fotografica "Reflective Landscape" organizzata dal Marcianum in collaborazione con Confagricoltura Veneto e Università IUAV.


 Nel chiostro del Palazzo del Seminario Patriarcale verranno esposti - fino al 21 luglio prossimo - quarantotto scatti realizzati da otto fotografi che hanno immortalato alcuni agricoltori nel contesto nel quale operano quotidianamente e grazie ai quali il paesaggio Veneto si arricchisce di "bellezza".
La fase matura dell’industrializzazione ci ha a lungo assuefatti all’idea che la produzione di beni implichi inevitabilmente un consumo di risorse. Abbiamo vissuto come condizione accettabile il consumo di spazi liberi per la costruzione di fabbriche, prima, e di periferie industriali, poi; lo stesso abbiamo fatto con le colline erose dalle cave dei materiali da costruzione; abbiamo accettato che per produrre acciaio e materie chimiche si consumassero aria e acqua; che per produrre sempre maggiori quantità di cibo si consumasse la cultura e il paesaggio della tradizione.

Tutto questo è ora alle nostre spalle, nella consapevolezza, diffusa, che ciò che si consuma debba essere restituito.

Un concetto questo, intimamente legato all’agricoltura e alle sue tradizioni più antiche, che trova nei nuovi interpreti di quei mestieri, mai sostituiti dalla tecnologia, piuttosto rinnovati da pratiche e possibilità nuove, una sensibilità e una attenzione rivolta a rendere il lavoro motivo di arricchimento del paesaggio, del patrimonio comune e che merita di essere portato all’attenzione del pubblico. Reflective Landscape o, “visti da vicino”, secondo il titolo iniziale di questa esposizione, rintraccia e propone ritratti di agricoltori, di imprenditori che hanno fatto della loro attività un’occasione per arricchire di segni e di qualità la loro terra, offerta a coloro che hanno l’occasione di avvicinare le loro aziende e lasciata in eredità alle generazioni a venire. Lo hanno fatto disegnando con cura campi e coltivazioni, restaurando e conservando edifici storici, usando creatività e cultura per rinnovare paesaggi antichi e renderli ancora produttivi. Paesaggi così costruiti riflettono l’immagine dei loro costruttori; diventano occasione di riflessione per chi si trova ad attraversarli; sono l’immagine riflessa di una cultura della cura, nella produzione.
Legare l’opera e il suo autore in un’unica immagine ha, infine, il senza dell’affermazione della responsabilità che comporta ogni trasformazione; una responsabilità che sembra giusto attribuire ai singoli protagonisti delle immagini esposte,  perché l’esito della loro azione è parsa andare oltre il solo vantaggio individuale e alludere concretamente alla possibilità che esista e si possa costruire un patrimonio comune.

Reflective Landscape rintraccia e propone ritratti di agricoltori che hanno fatto della loro attività un’occasione per arricchire di segni e di qualità la loro terra. Si è pensato in fase realizzazione del progetto di dare a 8 fotografi l’opportunità di interpretare alcuni produttori veneti e il paesaggio da loro curato. Dall’incontro tra i fotografi, i soggetti da ritrarre e il contesto in cui essi operano, nasce l’idea di eseguire due scatti diametralmente opposti come in un riflesso. Cogliendo il soggetto di fronte e di spalle, e liberando il paesaggio da una rappresentazione fotografica vincolante, il produttore diventa il punto di snodo visivo attorno al quale ruota l’ambiente in cui egli/ella/essi operano. Questo curioso modo di fare un doppio ritratto, da noi fortemente raccomandato, e stimolato dall’allestimento nell’intercolunnio del chiostro della sede che ospita il Marcianum, ci ha permesso di determinare uno sguardo fotografico del tutto inedito. La richiesta dei curatori è stata estremamente complessa ma gli esiti di ogni singolo reportage sono decisamente straordinari. Come nel celebre quadro del Bronzino che ritrae il Nano Morgante “et in due modi, cioè da un lato del quadro il dinanzi e dall’altro il di dietro”, ecco che le fotografie realizzate per Reflective Lanscapes hanno la capacità di offrire più vedute di una stessa figura addentrandosi in una fitta maglia di interrelazioni. Ogni fotografo ha eseguito lo scatto secondo i propri canoni, le proprie inclinazioni e la propria cultura visiva in un panorama di esperienze che va al di là semplice ritratto. L’insolita richiesta di posare per un fotografo in una veduta non frontale del soggetto ha creato non poche perplessità. Allo stesso tempo l’immagine prodotta offre una magnifica gamma di atteggiamenti ed espressioni sul paesaggio veneto. I soggetti della fotografia contemplano, vivono e proteggono l’amata terra, il filare di alberi, la casa dei padri, l’architettura e il suo genius loci.

Leonardo Ciacci
Angelo Maggi
Sergio Belardinelli
I fotografi    http://www.marcianum.it/it/content/i-fotografi

La mostra REFLECTIVE LANDSCAPE nasce da un’idea di voler lasciare una traccia visiva dell’opera di alcuni produttori nel paesaggio veneto in occasione di EXPO 2015. Si è pensato di coinvolgere solo otto fotografiper un motivo ben preciso: lo spazio in cui viene presentata la mostra. Il colonnato del chiostro del Seminario Patriarcale ha ventotto intercolunni. Lasciando liberi quattro intercolunni per permetter al visitatore di muoversi liberamente, rimanevano solo ventiquattro spazi dove poter presentare otto trittici fotografici. Da qui la proposta ad otto fotografi che abbiamo selezionato in base al loro sguardo fotografico. Sono stati scelti fotografi ritrattisti, di paesaggio e persino street photographers aperti a contaminazioni di linguaggi visivi contemporanei. Le aziende e i produttori da fotografare sono quasi sempre stati assegnati su indicazione di Confagricoltura. L’unico vincolo imposto dai curatori è il ritratto “et in due modi”, veduta frontale e non frontale del soggetto. Qui di seguito le biografie dei fotografi da noi scelti:


FATIMA ABBADI
Nata ad Abu Dhabi nel 1978. Ritrattista e street photographer è una fotografa free lance Italo-Giordana Palestinese. Fa parte del gruppo Mignon dal 2008. Oltre alla grande passione per l'immagine fotografica, si occupa di studi sull'origine della storia della fotografia in Medio Oriente. Ha curato diversi libri fotografici tra cui Orientalismi Paralleli. Ha all’attivo diverse esposizioni personali/collettive in Italia e all'estero. Si ricorda il successo nel 2014 della sua recente mostra presso il Centro Culturale Candiani di Mestre. Selezionata per questo progetto per la sua originale capacità di produrre una fotografia priva di pregiudizi culturali e connotazioni stereotipate.

FERDINANDO FASOLO
Nasce nel 1960 e inizia a fotografare nel 1986. L’interesse per la multivisione lo porta a costituire insieme a Francesco Lopergolo Il Parallelo Multivisioni. Questa esperienza lo vede impegnato nell’organizzazione di vari eventi e concorsi nei quali riceve numerosi premi e riconoscimenti. Nel 1999 entra a far parte in maniera molto attiva del gruppo Mignon e conosce due persone che saranno fondamentali per la sua evoluzione fotografica: Giovanni Umicini e Walter Rosenblum. Riceve numerosi premi e riconoscimenti in Italia e all’estero. Si ricorda tra questi nel 2007 il primo premio per la fotografia al 27° Festival de l’Image Projetée di Chelles. Nel 2009 è documentarista fotografo di Follow the women, un’organizzazione femminile internazionale per la pace che in 20 giorni attraversa in bicicletta i territori in Medio Oriente colpiti da conflitti e miseria. Sue fotografie sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private. Selezionato per il suo talento straordinario nell’elevare immagini dalle geometrie ben composte in fotografie che hanno una forte connotazione sentimentale.


GIAMPAOLO ROMAGNOSI
Nato nel 1966 a Piove di Sacco (PD). Ideatore e fondatore del gruppo Mignon, fotografo, stampatore, docente ed esperto di editoria fotografica. La sua immensa passione per la fotografia si è trasformata in un’attenta e certosina voglia di conoscere tutti gli aspetti che riguardano la produzione fotografica, in particolare i rapporti tra immagine e testo. L’interesse per la veste editoriale e pubblicista della fotografia lo rendono un importante bibliofilo di fotolibri. Ha curato numerosi libri fotografici propri, del gruppo Mignon e di altri fotografi. Da anni si occupa di ricerche sul territorio veneto sia da un punto di vista paesaggistico che di restituzione visiva urbana attraverso il mezzo fotografico. Si ricorda il volume Re-Visioning Venice 1893-2013 dove il fotografo si è confrontato con la lettura ottocentesca di Ferdinando Ongania. Selezionato per il valore informativo del suo lavoro; scelto per il suo raro interesse culturale nei confronti della storiografia fotografica dalle origini al contemporaneo.




domenica 19 aprile 2015

"STREET/STRAIGHT INTO THE CAMERA" Fotografie di Ferdinando Fasolo

 
Presentano

"STREET/STRAIGHT
INTO THE CAMERA"

Fotografie di

Ferdinando Fasolo

Inaugurazione

Venerdì 24 aprile 2015 alle ore 19.30


Presso Oberwirt Lana
Griesplatz 2 / Piazza Gries, 2 Lana (BZ)

dal 24 aprile al 20 giugno 2015



INGRESSO LIBERO



Questa mostra, esposta a Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme e in forma ridotta alla Libreria Zabarella di Padova -con grande successo di critica e pubblico –, viene riproposta al Ristorante/osteria Oberwirt di Lana (BZ). Nei giorni 24 e 26 aprile, la mostra sarà arricchita dalla proiezione sulle strutture architettoniche del ristorante con il lavoro del Parallelo di Padova tratto dalle fotografie dell’autore, come parte integrante del festival Lana Lights.


La fotografia di strada raccoglie momenti di vita di tutti i giorni, a volte banali, irrilevanti, marginali. Ma se la si guarda con attenzione ci si accorge che in essa c'è molto di più: l'attimo è vissuto come imprevedibile e c'è l'interpretazione del nostro vivere quotidiano.

Un fotografo di strada sa sempre cosa riprendere; non gli serve andare in luoghi straordinari, trova la foto bella o l'impulso a fotografare appena fuori della porta di casa e ciò che lo ispira non è il ragionamento, ma semplicemente la luce, l'istinto, la passione per la fotografia. Non stravolge la realtà del momento ma coglie l'essenza di essa in più modi: fotografando un gesto che si ripete in una situazione, riprendendo una serie di giochi di simmetrie o cogliendo lo sguardo di un soggetto, senza mai alterare la scena fotografata e creando un proprio discorso che, in un secondo momento, il fruitore potrà leggere. Coglie momenti straordinari, irripetibili, pur nella loro ovvietà, tuttavia importanti perché catturano la poesia, l'emozione di un istante, il senso della vita di cui siamo spettatori.

Fasolo fotografa perché ne sente la necessità. Per lui è il modo migliore per comunicare con le persone e questo suo modo di fotografare si specchia molto nella Street Photography americana e nella Fotografia Umanistica europea. Dalla prima ha preso “l'ambiente”, la strada, il teatro straordinario, dove tutto si crea e si fonde in maniera fortuita, spontanea, a volte magica. Dalla seconda ha preso la poesia, l'interesse per l'essere umano e la sua esistenza, ponendosi in maniera empatica di fronte alle più semplici azioni d’ogni giorno, raccogliendo scatti dove l'uomo non è mai oggetto di denigrazione, ma è valorizzato proprio in quanto essere umano. Lo stile del suo lavoro fotografico può essere definito “classico” perché lo studio dei grandi fotografi del passato e la concezione umanistica della realtà lo hanno molto influenzato, portandolo a indagare l'uomo nel suo quotidiano, registrando la realtà non in modo impersonale e generico ma profondo e intimo, ponendo un'attenzione particolare anche alla forma e alla geometria dell'immagine.

Una delle regole fondamentali della Street Photography è quella di non intervenire sulla scena che si sta fotografando e non farsi vedere dai soggetti fotografati; mescolarsi tra la gente, diventare “fantasmi” è un buon metodo per questo tipo di fotografia; non si ha nessun rapporto con il soggetto fotografato. Caccia e rubare sono due parole molto usate in fotografia, ma per Fasolo si trasformano in ricerca che finisce nel momento dello scatto, per poi ricercare la foto successiva.

Per Fasolo uno dei momenti più importanti quando fotografa è nell'istante in cui inquadra una scena, le persone, un volto. Si muove alla ricerca dell'inquadratura migliore, ed è come se entrasse in un'altra dimensione; tutto esiste e al tempo stesso non esiste più. Diventa un tutt'uno con quello che ha davanti. Vede ogni figura che si muove e attende che si crei armonia tra il soggetto che ha davanti e lo sfondo. È un momento di percezione molto forte e che ha il suo culmine nel momento in cui il suo dito preme il pulsante di scatto. Non saranno migliaia di scatti, ma uno scatto, forse due, nati dal suo sentire e, spesso, da una lunga e tranquilla attesa.

Un fotografo che lo ha molto ispirato è Edouard Boubat; ecco dalle parole del fotografo i motivi di questa ispirazione: “Leggendo Boubat, mi accorgo che c’è molta sintonia tra il mio modo di muovermi, fotografare e il pensare la fotografia e il suo. Anche lui, quando inquadrava, era senza proiezioni, senza volontà, senza intenzione, senza ricordo. Il soggetto che fotografava si impossessava di lui e tutto nella foto diventava poesia. Per vedere un viso, per avere una condivisione dell’attimo poteva aver fatto migliaia di chilometri o poche centinaia di metri ma non sentiva la stanchezza morale o fisica perché sapeva che prima o poi una foto, la foto, sarebbe arrivata; è l’arte dell’abbandonarsi, dell’accettare la provvidenza, dell’accettare i regali della vita. Per me è lo stesso: cammino, mi perdo tra la gente e aspetto, senza inquietudine o apprensione, l’importante è che io sia pronto quando la foto è lì, davanti a me”.


Ferdinando Fasolo inizia a fotografare nel 1986 e dopo qualche anno l'interesse per la multivisione lo porta a costituire, insieme a Francesco Lopergolo, "Il Parallelo Multivisioni". Questa esperienza lo vede impegnato nell'organizzazione di vari eventi e gli consente di ricevere numerosi premi e riconoscimenti tra i quali spiccano i due oscar multimediali internazionali vinti nel 1992 e nel 1993 al Festival “MEDIALE” di Norimberga (DE) e nel 2007 il primo premio per la fotografia al Festival Internazionale di Chelles (Francia). Nel 1998, grazie all'incontro con il gruppo Mignon, ritorna a riprendere la realtà in bianco e nero. L'anno dopo entra nel gruppo e conosce due persone che saranno fondamentali per la sua evoluzione fotografica: Giovanni Umicini e Walter Rosenblum. Fin dal principio, con Giampaolo Romagnosi, è il principale organizzatore sia delle iniziative del gruppo che di altre manifestazioni artistiche. Ferdinando Fasolo riprende, sviluppa e stampa in bianco e nero secondo il sistema tradizionale. Sue fotografie sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private.

Mignon è un’associazione fotografica culturale nata nel 1995 da un’idea di Giampaolo Romagnosi che, assieme a Ferdinando Fasolo, è il promotore di tutte le attività del Gruppo. L'associazione è nata per realizzare un progetto fotografico finalizzato alla rivalutazione delle piccole cose che appartengono alla quotidianità dell'uomo, fissando come unico vincolo la ripresa e la stampa in rigoroso bianco e nero. Il successo di critica e l’interesse per le esposizioni del Gruppo hanno portato Mignon a occuparsi anche della promozione di manifestazioni, serate, incontri e mostre di altri fotografi. Sin dall’inizio il Gruppo ha sentito un profondo interesse nei confronti delle storiche testimonianze della fotografia con vocazione sociale: dal fondamentale lavoro realizzato dalla F.S.A. Farm Security Administration, all’ineguagliabile funzione ricoperta dalla Photo League nella crescita della cultura fotografica, fino alle migliori pagine del fotogiornalismo mondiale (LIFE e i fotografi di Magnum). Alcuni incontri con fotografi “umanisti” hanno contribuito a fornire gran vigore ed entusiasmo al progetto del Gruppo. Le frequentazioni con Giovanni Umicini hanno influenzato la poetica del Gruppo determinando un’attenzione particolare alla “Street Photography” e agli strumenti operativi da utilizzare: un bianconero essenziale, seguito dalla ripresa fino alla stampa finale. Il prodotto di ciò, sul piano dell’immagine, è una forte economia visiva che lambisce quello “sguardo documentario” proprio della fotografia sociale.

Lana Lights 2015 – Festival – dipingere con la luce - www.lanalights.com
La tanto attesa terza edizione del festival Dipingere con la Luce sta aprendo i battenti per il prossimo 24, 25 e 26 aprile 2015. L'organizzatore del Festival, Luce Dipinta Multivisioni, ha cominciato preparativi per l'evento e fornirà più dettagli sul programma appena sarà disponibile. Il Festival sarà si terrà nella città di Lana, in Alto Adige, Italia, a poca distanza da Merano. Proiezioni architettoniche, multivisioni in sala, fotografia, video, musica, workshop, sono alcuni degli ingredienti per l'evento di questo weekend. Presentazione del lavoro degli artisti provenienti dall'Australia, dall'Italia e dalla Gran Bretagna.

L'Associazione Culturale Luce Dipinta Multivisioni è stata fondata nel 2007 come un'organizzazione senza scopo di lucro per produrre progetti culturali usando musica ed immagini, principalmente per mostre, presentazioni ed eventi irripetibili. Per una comprensione migliore della multivisione e del suo potenziale basti pensare che usa la tecnologia digitale sempre in evoluzione, che ha sostituito ormai completamente le presentazioni di diapositive tradizionali ed i processi di produzione associati. In qualità di produttori, gestiamo progetti e creiamo presentazioni per avvenimenti di altre associazioni culturali, di organizzazioni e di singoli privati, e forniamo la consulenza e la guida, il talento e la produzione cooperativa con i clienti o gli artisti.





Oberwirt Lana Ristorante/Osteria di Lana (BZ) presenta: "STREET/STRAIGHT INTO THE CAMERA" una mostra fotografica di Ferdinando Fasolo in Griesplatz 2 / Piazza Gries, 2 Lana (BZ)
Apertura dal 24 aprile al 20 giugno 2015
Gli orari di apertura della mostra sono i seguenti: lunedì ore 10:00-12:00 e 14:30-19:00

Infoline tel. 0473 490 911
e-mail: info@mignon.it
Web site: www.mignon.it
https://www.facebook.com/MignonStreetPhotography?ref=hl

Lana Lights Festival
dal 24 al 26 aprile 2015
Inaugurazione 24 aprile 2015 alle ore 19:30




martedì 17 marzo 2015

Michelangelo Cao. “L’altro volto della Neurologia”

Dal 16 al 22 marzo 2015 in mostra 80 foto nell' Aula Magna dell’ Azienda Ospedaliera di Padova

Ritratti dalla Clinica Neurologica di Padova 2011 – 2015


Entrare in un luogo di cura. Mostrare il lavoro spesso anonimo e silenzioso di tanti operatori.  Ritratti dalla Clinica Neurologica di Padova è il frutto di cinque anni di lavoro di Michelangelo Cao che durante gli anni della sua formazione specialistica ha documentato e ritratto i propri colleghi con la volontà di mostrarne l’aspetto umano. All'interno del proprio studio, circondate da una cornice di quadri, libri, computer e strumenti, tutte le persone ritratte rivolgono direttamente lo sguardo all'osservatore, invitandolo a vedere l’individuo che sta dietro a quella barriera impersonale rappresentata dal camice bianco. Uno sguardo positivo, diretto e vero.


La  mostra che si terrà in occasione dell'appuntamento annuale con la Settimana Mondiale del Cervello, è stata voluta dalla Clinica Neurologica dell’Azienda Ospedaliera di Padova che ha deciso, in parallelo all'abituale programma divulgativo di impronta prettamente scientifica, di proporre un’iniziativa di carattere culturale. In mostra nell'aula magna una serie di 80 fotografie di Michelangelo Lao che mostrano il personale medico, tecnico ed infermieristico ripreso all'interno dei propri ambienti di lavoro. Ognuna delle fotografie è eseguita rigorosamente con la sola luce naturale e la pellicola in bianco e nero di medio formato.   La mostra “L’altro volto della Neurologia” Ritratti dalla Clinica Neurologica di Padova 2011 – 2015  di Michelangelo Cao si terrà dal 16 al 22 marzo presso la biblioteca al piano terra della Clinica Neurologica Azienda Ospedaliera di Padova – via Giustininani, 2. L'evento è promosso dalla La Clinica Neurologica dell’Azienda Ospedaliera di Padova in collaborazione con l'associazione Mignon. Ingresso libero.

Michelangelo Cao. Nato a Cagliari nel 1984, ha compiuto il suo percorso di studi presso l’Università di Padova e attualmente lavora come medico in formazione specialistica presso la Clinica Neurologica. Appassionato di fotografia analogica fin dai tempi del liceo e inizialmente autodidatta, ha approfondito gli aspetti tecnici e artistici prima con Moreno Segafredo e successivamente con il gruppo Mignon, focalizzando i propri interessi verso la ritrattistica e la Street Photography. Proprio con il gruppo Mignon ha collaborato, rispettivamente nel 2013 e nel 2015, a due lavori corali: la mostra “8x8 – 8 autori x 8 visioni ”, omaggio alla femminilità e alla figura della donna, e “This is Street Photography - Respect Others - No Web - No Flash!”, vero e proprio manifesto della fotografia di strada.

Mignon è un'associazione nata per realizzare un progetto fotografico finalizzato alla ricerca dell'uomo e del suo ambiente. Il successo di critica e l’interesse per le esposizioni del Gruppo hanno portato Mignon a occuparsi anche della promozione di manifestazioni, serate, incontri e mostre di altri fotografi. Sin dall'inizio il Gruppo ha sentito un profondo interesse nei confronti delle storiche testimonianze della fotografia con vocazione sociale: dal fondamentale lavoro realizzato dalla F.S.A. Farm Security Administration, all'ineguagliabile funzione ricoperta dalla Photo League nella crescita della cultura fotografica, fino alle migliori pagine del fotogiornalismo mondiale (LIFE e i fotografi di Magnum). Alcuni incontri con fotografi “umanisti” hanno contribuito a fornire gran vigore ed entusiasmo al progetto. Le frequentazioni con Giovanni Umicini e Walter Rosenblum hanno influenzato la poetica del Gruppo determinando un’attenzione particolare alla “Street Photography” e agli strumenti operativi da utilizzare: un bianconero essenziale, seguito dalla ripresa fino alla stampa finale. Attualmente il gruppo è diretto da Giampaolo Romagnosi, Ferdinando Fasolo, Fatima Abbadi, Giovanni Garbo e Davide Scapin.

mercoledì 4 marzo 2015

Fotografia Reflex - marzo 2015



Abano, inaugurata la mostra “This is street photography” a Villa Bassi Rathgeb .. articolo di Cecilia Bacco


"Sabato 28 febbraio alle ore 18.30, presso la Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme, ha avuto luogo l’inaugurazione della mostra fotografica “This is street photography. Respect others – no web – no flash!“, progetto a cura del gruppo Mignon patrocinato dal Comune di Abano Terme. L’associazione Mignon, nata nel 1995 per mano dell’appassionato di fotografia Giampaolo Romagnosi, è un’associazione che fin dai primi anni di vita sperimenta la fotografia avendo padronanza della tecnica e conoscendo la storia della disciplina. La collaborazione tra il Comune di Abano  Terme e Mignon è ormai consolidata; il gruppo ha allestito la sua prima mostra nella cittadina termale più di due anni fa, con “8 per 8, otto autori per otto visioni” progetto dedicato al mondo femminile in occasione dell’8 marzo......". continua


lunedì 2 marzo 2015

Kodachrome Radio Barrio - Intervista a Fatima Abbadi


Diciannovesima puntata (terza stagione) di Kodachrome, il programma di Radio Barrio dedicato a fotografia, sonorità e parole (ideato e condotto da Giuliano Monterosso). Andata in onda giovedì 26 febbraio 2015 alle ore 21:00 su www.radiobarrio.it
Parliamo di:
- Autore della settimana : Fatima Abbadi (Gruppo Mignon) ci parlerà, fra gli altri, del suo "Orientalismi paralleli"

venerdì 6 febbraio 2015

Kodachrome Radio Barrio - Intervista a Giampaolo Romagnosi


Diciottesima puntata (terza stagione) di Kodachrome, il programma di Radio Barrio dedicato a fotografia, sonorità e parole (ideato e condotto da Giuliano Monterosso). Andata in onda giovedì 05 febbraio 2015 alle ore 21:00 su www.radiobarrio.it

Parliamo di:
- Autore della settimana: Giampaolo Romagnosi e il Gruppo Mignon

http://www.mixcloud.com/kodachrome-radiobarrio/kodachrome-del-05022015/

martedì 27 gennaio 2015

Mostra fotografica “THIS IS STREET PHOTOGRAPHY”


Presentano


MIGNON

THIS IS STREET PHOTOGRAPHY”
Respect Others - No Web - No Flash!


Inaugurazione sabato 28 febbraio 2015 alle 18.30


Presso VILLA ROBERTO BASSI RATHGEB
Via Appia Monterosso 52 Abano Terme (PD)

Dal 1 al 15 marzo 2015

INGRESSO LIBERO


“La volontà dell’Amministrazione Comunale di Abano Terme di proseguire una collaborazione che si è dimostrata fruttuosa e sinergica fin dalla prima edizione della Mostra ideata con il Gruppo Mignon, unita al lavoro di uno staff di artisti e collaboratori che hanno saputo idearla e rappresentarla con grande suggestione, ha registrato un importante successo e un afflusso sempre maggiore di visitatori. Così il territorio termale, e non solo, è stato sensibilizzato sull’Arte della Fotografia e migliaia di persone da tutto il Veneto ma anche da altre Regioni hanno visitato la Mostra in un crescendo di interesse e coinvolgimento che dimostra come in “questa” fotografia sia facile e naturale ritrovare la quotidianità dei gesti comuni, delle cose semplici che scandiscono una giornata qualsiasi, incontri, coincidenze, passeggiate, pause. Come tutte le Arti, anche la Fotografia ha bisogno di persone e luoghi che le diano il giusto valore, che ne permettano una idonea rappresentazione, una “mostra” appunto. Iniziata tre anni fa, questa collaborazione è diventata un appuntamento fisso e atteso. Le mostre restano solo un ricordo ma la sensibilità e la lungimiranza degli organizzatori hanno fatto sì che per ogni mostra venisse pubblicato un libro che testimoni nel tempo l'impegno culturale del Comune e del Gruppo Mignon per la valorizzazione del territorio di Abano Terme e della Fotografia”.

Dopo le mostre personali di Leonio Berto, Fatima Abbadi e Ferdinando Fasolo, torna una mostra collettiva di Mignon dedicata alla Street Photography. Il nostro gruppo si occupa di fotografia di strada come collettivo da ormai vent’anni e non ci siamo mai preoccupati di voler definire nel dettaglio quello che riteniamo il più indefinibile dei generi fotografici: per noi significa esprimersi attraverso le immagini, è un modo di essere e vivere la Fotografia.
Tuttavia è arrivato per Mignon il momento di dire quello che pensa: vogliamo fornire un contributo di riflessione su ciò che è la fotografia di strada, e cosa non lo è di sicuro.
La Street Photography trova i suoi riferimenti nella tradizione fotografica dei Grandi Maestri e vuole rappresentare l’Uomo rendendogli omaggio, mostrando la “normalità” come qualcosa di eccezionale e usando la fotografia come “ricerca dell’altro” che diventa “ricerca interiore”. Una Fotografia, quindi, che ha contenuto e che, oltre ad essere “una storia”, ha la capacità di sedimentare e “fare storia”. E’ la Fotografia di chi cerca di imparare dalle lezioni di quelli che lo hanno preceduto, di chi si confronta apertamente e direttamente con gli altri e ama vedere le mostre con gli originali, stampare le proprie immagini, documentarsi nei libri fotografici, di chi omaggia ogni sconosciuto quando gli scatta una foto. E’ una Fotografia che non ricerca l’originalità e la provocazione a tutti i costi, ma che risulta intramontabile nella sua funzione di linguaggio condiviso. E’ la Fotografia che cerchiamo di fare da vent’anni.
Tuttavia si è sviluppato un modo diverso di intendere il genere, in voga sopratutto nel Web, nel quale non sono tanto le persone a essere al centro della ricerca del fotografo ma è piuttosto un certo gusto morboso per “l’altro” inteso come “diverso”, come “soggetto intrigante”, oggetto di uno “sguardo” che non vuole capire e conoscere ma che osserva senza vedere. Una fotografia che sembra quasi ampliare le distanze più che ridurle, nella quale è l’eccezionale a essere riportato a una condizione di normalità, ma in chiave svilente. Se la fotografia di strada, quella che si propone come interprete del mondo reale, si rifà al lavoro del miglior fotogiornalismo e alla pagina memorabile della fotografia umanista sopratutto francese, fino ad arrivare alla vera e propria Street Photography americana degli anni cinquanta e sessanta, i “nuovi streeter” si rifanno a figure considerate da molti addirittura “mitiche”: autori come Bruce Gilden per i quali sparare in faccia alla gente il flash e addirittura aggredirla verbalmente rappresenta la norma. Cercano "cose strane", "fatti strani", "gesti stravaganti". Niente poesia, niente phatos, niente lirismo. Molti inoltre non sono minimamente interessati all'Uomo in quanto tale, ma cercano solo stranezze e coincidenze (di forma, cromatiche, gestuali). Nel Web impazzano tutorial e consigli confondendo la Street con il reportage e addirittura con il classico ritratto, anche se di perfetti sconosciuti. Ma la cosa più grave è che queste persone sono assolutamente irrispettose degli altri, rendendo decisamente meno edificante la figura del fotografo di strada come esempio di valore sociale; una piaga da combattere, se non altro per il diritto che abbiamo di non essere confusi con “loro” quando andiamo a fare le nostre fotografie.
E’ un’epoca, quella che stiamo vivendo, in cui il mondo delle immagini sembra prendere il sopravvento sull’immaginario che le dovrebbe ispirare. E' diventato troppo facile scattare fotografie che, anche quando tecnicamente ineccepibili, spesso non hanno la capacità di suggerire nulla che vada oltre la superficie del supporto che le contiene. Forse ancora, in modo particolare per la fotografia di strada, il suo essere in questi anni “di moda” non trova ragione nel significato profondo che il mezzo porta con sé sin dall’epoca della sua invenzione: quel rapporto intimo e indissolubile con il Tempo “istantaneo”, che la Fotografia ferma nel momento dello scatto e contemporaneamente rende eterno; come ha scritto Naomi Rosenblum a proposito di un nostro lavoro: “Immagini capaci di sottolineare i nostri sentimenti nei confronti del mondo in cui viviamo devono contenere qualcosa di più di un mero soggetto intrigante”. In questa frase, alcuni termini appaiono particolarmente significativi: “qualcosa di più di un mero soggetto intrigante”. Essi descrivono proprio i limiti, concettuali e pratici, che porta con sé un certo modo di intendere la fotografia di strada.
Tanta confusione sull’argomento è dovuta senz’altro ai canali di diffusione delle informazioni, e all’uso indiscriminato che molti ne fanno. Il problema fondamentale sta nel fatto che molta informazione di basso profilo (che non significa formazione!) si è spostata sul Web. Libri e riviste di settore, un tempo strumenti chiave per la formazione del fotografo, oggi sono sempre più disinvoltamente sostituiti con pagine di siti, blog e social network, alla ricerca di “notizie” facili e veloci quanto, troppo spesso, discutibili nei contenuti. Se un buon libro, oltre ad essere frutto della ricerca dell’autore, è da sempre sottoposto al vaglio della critica dei lettori, il Web è invece una specie di “far west”. In Internet, spesso le informazioni non prendono corpo alla luce di una selezione critica ma vengono valorizzate solo perché “cliccate” e “condivise” da molti. Alla qualità della notizia si sostituisce quindi la quantità. In questo modo, troppo spesso, informazioni errate ed esempi distorti prendono il sopravvento. Come evidenziato da Riccardo Falcinelli nel suo “Critica portatile al visual design”, un’immagine è soprattutto “l’uso che se ne fa”; nel momento stesso in cui le fotografie vengono inserite in strumenti di “condivisione inconsapevole” come Flickr (o similari) sono automaticamente “consumate”.
La mostra “THIS IS STREET PHOTOGRAPHY. Respect the Others - No Web - No Flash!” vuole pertanto proporre uno sguardo “consapevole” sulla fotografia di strada, lontano dalle mode, tipico del linguaggio Mignon e della grande tradizione, creando un percorso visivo nel quale le immagini sono accostate l'una all'altra in modo armonico, e non per autore, costringendo l'osservatore a una lettura più efficace di questo linguaggio fotografico.
 Fotografie di: Fatima Abbadi - Leonio Berto - Michelangelo Cao - Ferdinando Fasolo - Mauro Minotto - Giorgio Pandolfo - Giampaolo Romagnosi - Davide Scapin.
MIGNON è un'associazione nata per realizzare un progetto fotografico finalizzato alla ricerca dell'uomo e del suo ambiente. Il successo di critica e l’interesse per le esposizioni del Gruppo hanno portato Mignon a occuparsi anche della promozione di manifestazioni, serate, incontri e mostre di altri fotografi. Sin dall’inizio il Gruppo ha sentito un profondo interesse nei confronti delle storiche testimonianze della fotografia con vocazione sociale: dal fondamentale lavoro realizzato dalla F.S.A. Farm Security Administration, all’ineguagliabile funzione ricoperta dalla Photo League nella crescita della cultura fotografica, fino alle migliori pagine del fotogiornalismo mondiale (LIFE e i fotografi di Magnum). Alcuni incontri con fotografi “umanisti” hanno contribuito a fornire gran vigore ed entusiasmo al progetto. Le frequentazioni con Giovanni Umicini e Walter Rosenblum hanno influenzato la poetica del Gruppo determinando un’attenzione particolare alla “Street Photography” e agli strumenti operativi da utilizzare: un bianconero essenziale, seguito dalla ripresa fino alla stampa finale. Attualmente il gruppo è diretto da Giampaolo Romagnosi, Ferdinando Fasolo, Fatima Abbadi, Giovanni Garbo e Davide Scapin.

La Città di Abano Terme presenta: THIS IS STREET PHOTOGRAPHY Respect Others – No Web - No Flash!” una mostra fotografica del GRUPPO MIGNON presso VILLA ROBERTO BASSI RATHGEB Via Appia Monterosso 52 Abano Terme (PD)
Apertura dal 1 al 15 marzo 2015
Gli orari di apertura della mostra sono i seguenti: lunedì e giovedì 9.00 - 13.00/14.30 - 17.30, martedì, mercoledì e venerdì 9.00 - 13.00; sabato e domenica 10.00 - 12.00/16.00 - 19.00.
Infoline tel. 049-8245277-275 e-mail: info@mignon.it
Web site: www.mignon.it       www.abanoterme.net


INGRESSO LIBERO